mercoledì 27 marzo 2013

Non so chi sono né cosa voglio



La storia
Recentemente ho avuto a che fare con una persona con una pessima autostima, di quelle pessime autostime che ti fanno agire ferendo gli altri.
Di norma il comportamento di questa persona, che chiameremo Giulio, induce a volerle bene, perché è gentile ed accondiscendente, ma alla lunga ti accorgi che dietro quell’apparenza c’è una roccia granitica di quella roba che in gergo non proprio tecnico verrebbe chiamato ‘’paraculismo’’ (perdonatemi, ma così ci capiamo tutti).

Il paraculismo è una brutto affare, perché è un aspetto per cui le persone si autogiustificano nelle loro malefatte, costi quel che costi.
Nello specifico il nostro Giulio ne ha combinate un po’ di tutti i colori. 
Ha mentito ripetutamente per compiere azioni esclusivamente per il proprio tornaconto ed è stato ripetutamente beccato, come un bambino con le mani nella marmellata. 
A questo seguivano le ‘’sgridate’’ delle altre persone che lo amavano e pensavano di poterlo rimettere sulla retta via.
Lui dava loro ragione, ma, passato poco tempo, il comportamento scorretto si ripresentava, con sofferenza da parte di tutte le persone coinvolte.
Ogni volta che veniva scoperto e che veniva interrogato sul perché del proprio comportamento la risposta era sempre la stessa: ‘’Non pensavo che… Io credevo che… si è vero, mi sono comportato male ma…’’.
E via con tutta una serie di concetti sminuenti rispetto al danno che aveva provocato mentendo, ingannando ed illudendo.
Con un occhio lucido si poteva vedere che si era proprio innescato un meccanismo del tipo Bambino capriccioso-Genitore per cui Giulio commetteva le marachelle e gli altri perdonavano dopo una ramanzina ed una rabbia che scompariva dopo l’ennesima sequela di promesse.

E quindi?
Ad un certo punto Giulio è stato messo alle strette. Sono arrivate le domande scomode.
1.       Ma tu cosa vuoi dalla tua esistenza?
2.       Che tipo di persona vuoi essere nella vita?
3.       Quali sono i tuoi valori fondamentali, la bussola della tua vita?
4.       Ti sembra che i tuoi comportamenti siano utili nella tua quotidianità?

Alle domande scomode le risposte sono state:
1.       Non lo so
2.       Non lo so
3.       Non lo so
4.       Non lo so. Forse no, ma non saprei come fare.

I 4 non lo so
Di Giulio ce ne sono molti. Vivono male e non se ne accorgono. Si giustificano sempre. Chiedono aiuto, ma poi è palese che non se ne fanno niente. 
Fanno promesse che non hanno intenzione di mantenere solo per sedare gli animi e poter guadagnare tempo.
Le 4 domande sono fondamentali per capire se nella nostra vita abbiamo una direzione o se siamo solo in balia degli eventi.
Senza una risposta a quelle 4 domande non è possibile evolvere ed essere il meglio di quello che possiamo essere.
Senza una risposta a quelle 4 domande... non è possibile vivere in sintonia con le cose più belle che la vita ci propone che sono il Rispetto (prima di tutto per noi stessi) e l’Amore.
Senza una risposta a quelle 4 domande... i rapporti con gli altri diventano finti, come di cartone, perché se tu non sai chi sei non permetti nemmeno agli altri di conoscerti davvero.
Senza una risposta a quelle 4 domande... rischiamo di diventare più o meno simili a Giulio che, non sapendo chi è e chi vuole essere, vive alla giornata cercando di assecondare le sue convenienze del momento senza guardare ad un futuro più grande.
Senza risposta o desiderio di risposta a quelle 4 domande... non c’è aiuto o supporto che tenga.

Io me le faccio tutti i giorni. Se riesco a rispondere a quelle, posso permettermi di farmi quelle più difficili.

Mi auguro che un giorno ci riesca anche a lui.