martedì 26 febbraio 2013

Non voglio un elefante dentro ad un boa… e la Formula magica della Comunicazione Eccellente


Brano da ‘’Il Piccolo Principe’’, poi la Formula magica della Comunicazione Eccellente.

‘’Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno. 
Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. 
Eccovi la copia del disegno. 




C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. 
Dopo di che non riescono piu’ a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”. 
Meditai a lungo sulle avventure della jungla. 
E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. 
Il mio disegno numero uno. Era cosi’:




Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. 
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perche’ mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” . 
Il mio disegno non era il disegno di un cappello. 
Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.  
Affinche’ vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. 
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. 
Il mio disegno numero due si presentava cosi’:


''


Già… ai grandi bisogna sempre spiegare le cose. 
I grandi si muovono anche senza saperlo su preconcetti. Io cerco di stravolgerli loro perché, come sappiamo, non sempre i grandi vivono bene.
Diciamo che quello che anima e tiene vivi i preconcetti è la paura: paura di sé, paura della realtà, paura degli altri etc etc. Io cerco di far ridimensionare loro la paura e senza paura si rischia, addirittura, di vivere meglio.

Credo fermamente in 3 concetti: la Fiducia, la comunicazione assertiva e l’aiuto che può dare nelle relazioni umane una buona comunicazione non verbale (cioè del corpo).
Poche mosse, un po’ di esercizio e… voilà… il gioco è fatto. 
Se diamo fiducia riceviamo fiducia e se ci esprimiamo per bene, facendo passare quello che volevamo dire, il pericolo di essere fraintesi, e quindi feriti, si riduce sensibilmente.
Ma i grandi fanno anche fatica a dare fiducia ed ecco che nascono moltissimi corsi, mi perdonino i colleghi, su come capire con la comunicazione non verbale quando qualcuno mente. 
Io mi domando ora se non sia più utile, invece, imparare ad utilizzare la comunicazione non verbale per esprimersi al meglio.
Se mi esprimo bene ridurrò il mio rischio e se mi espongo con fiducia perché mai dovrei supporre che il mio interlocutore mi mente?
E ancora, se io parto dal presupposto che i miei interlocutori mi debbano mentire e quindi a priori non mi fido, perché loro stessi dovrebbero fidarsi di me?
Consiglio, a chi è scettico, il libro ‘’La sfida della fiducia’’ di Covey, dove viene dimostrato che i costi legati alla sfiducia sono decisamente superiori a quelli legati alla fiducia.

Nei prossimi post darò qualche spunto su cosa siano davvero la Fiducia, la comunicazione assertiva e la comunicazione non verbale.

Per il momento ecco qui la formula!

Formula magica della comunicazione eccellente = Fiducia+ comunicazione assertiva + efficace comunicazione non verbale

venerdì 22 febbraio 2013

Il Piccolo Principe Interiore non è morto, ma molti l'hanno sepolto





C’era una volta un Bambino che aveva 2 emisferi cerebrali, quello destro e quello sinistro.
Quello destro era la casa del Piccolo Principe Interiore (che chiameremo PPI).
La casa del PPI era piena di luce e colori ed i suoi ospiti più frequenti si chiamavano Intuizione, Creatività, Fantasia, Pensiero Laterale ed Immaginazione, ma ce n’erano anche altri.
L’emisfero sinistro era invece la casa dell’Adulto Razionale (che chiameremo AR).
La casa dell’AR era un po’ meno luminosa, arredata in maniera minimale, anche se molto bene, ed i suoi ospiti più illustri si chiamavano Logica, Matematica, Razionalità, ma ce n’erano anche altri.
Inizialmente il bambino che aveva 2 emisferi cerebrali passava più tempo a casa del PPI. Si divertiva moltissimo e giocava molto con Immaginazione e Creatività e, comunque, passava del tempo con tutti gli ospiti della casa.
AR si dispiaceva un po’, ma sapeva che sarebbe venuto il suo momento ed attendeva pazientemente che qualcuno spiegasse al Bambino che aveva 2 emisferi che prima o poi avrebbe dovuto smettere di giocare col PPI.
E quel giorno, piano piano, arrivò. Qualcuno, là fuori, cominciò  a dire al Bambino che aveva 2 emisferi, che era tempo di smettere di giocare con Immaginazione e Creatività, perché è così che fanno i grandi, e che avrebbe dovuto passare più tempo possibile assieme a Logica, Matematica e Razionalità.
Il Bambino che aveva 2 emisferi cerebrali inizialmente si ribellò, non voleva, ma giorno per giorno si lasciò convincere perché lui voleva crescere e per crescere, gli avevano detto, era necessario chiudere la casa del PPI.
E lui così fece. Inizialmente chiuse una finestra, poi 2, poi cementò la porta, tra le proteste generali del PPI e dei suoi ospiti.
‘’Scusatemi’’ diceva ‘’ma io voglio essere grande ed i grandi fanno così. Sono anni che me lo dicono, ma io ora l’ho capito. I grandi non giocano con Immaginazione e Creatività perché hanno cose più importanti da fare. Loro sono persone serie. Non sono mica bambini!’’
‘’Il tuo mondo sarà grigio però!’’ diceva il PPI.
‘’Non importa’’ rispondeva il Bambino che aveva 2 emisferi cerebrali ‘’Il grigio è il colore dei grandi e poi sta bene con tutto’’.
E fu così che chiuse la casa del PPI con tutti i suoi ospiti. La coprì di terra e cercò di non pensarci più.
In realtà, anche quando crebbe e diventò una ‘’persona seria’’, faceva delle incursioni notturne, durante i sogni perché gli mancava molto quel mondo gioioso, ma lui ormai era una persona seria e le persone serie fanno così.
AR aveva preso il sopravvento ormai. ‘’Fai così, fai cosà’’ gli diceva ‘’è il tuo dovere! Devi essere serio tu! Le persone serie non usano né colori né creatività. Quelle sono cose da bambini!’’.
Nel frattempo il PPI non si era mica arreso. Era stufo di quella situazione, si annoiava tantissimo e decise di mettersi a fare un gran baccano.
Inizialmente l’adulto che aveva 2 emisferi cerebrali (non era più un bambino) cercò di non farci caso, ma si annoiava anche lui. Era angosciato ed infelice. Il suo lavoro di routine era claustrofobico e cominciò a dire a se stesso che quella vita gli era un po’ strettina.
Allora aprì un varco nella casa del PPI e questi subito ne approfittò.
‘’Liberami!’’ gli disse ‘’Tu hai bisogno di me!’’.
‘’Non posso’’ rispose lui ‘’Ormai sono grande ed i grandi sono logici e razionali, non hanno tempo per i giochi!’’
‘’Non è vero!’’ disse il PPI ‘’Stai facendo una gran confusione! Se tu passerai di nuovo del tempo con me io ti sarò di supporto. La tua vita cambierà colore. Sarai un adulto più felice. Non fare l’errore che fanno molti di scambiare Fanciullesco con Infantile. Se tu avrai un lato fanciullesco saprai trovare nuove soluzioni assieme a Creatività ed Immaginazione. La tua vita sarà più completa con Fantasia. Non ti chiedo di chiudere AR, ma di venirci a trovare entrambi. Noi insieme siamo una squadra, non nemici!’’
L’Adulto che aveva 2 emisferi vacillò. Aveva una gran voglia di dare retta a PPI, ma anche molta paura. Alla fine decise di fare un tentativo ed aprì il primo grande varco.
Decise di mettere in collaborazione AR e PPI, con tutti i loro ospiti. Prima timidamente, poi sempre più frequentemente. In effetti erano una gran bella squadra!
Beh, sapete, la sua vita migliorò. Sul lavoro trovò nuove e creative soluzioni a cui i suoi colleghi non riuscivano nemmeno ad avvicinarsi. Riprese un suo hobby creativo ed essendo più felice trasmetteva più serenità e migliorarono anche le sue relazioni con le altre persone.
Nessuno lo giudicava infantile e molti gli chiedevano come facesse ad avere sempre tanta energia e tanta voglia di fare.
‘’Sono felice’’ rispondeva lui, mentre AR e PPI, con tutta la loro squadra, gli facevano l’occhiolino.

Questa è la storia del Bambino che aveva 2 emisferi cerebrali che diventò l’Adulto con 2 emisferi cerebrali funzionanti che, nell’ultimo giorno di una lunghissima vita, lasciò scritto: ‘’Il Piccolo Principe Interiore non è mai morto, ma molti l’hanno sepolto. Ringrazio il giorno in cui decisi di farlo uscire. Fanciullesco non è infantile’’. 

lunedì 18 febbraio 2013

Spero, Promitto e Iuro vogliono sempre l'infinito futuro



Ho frequentato il Liceo Classico ed ho studiato per 5 anni la grammatica latina. Una noia mortale.
Una delle regole che mi sono sempre rimaste impresse è proprio questa ‘’Spero, promitto e iuro reggono l’infinito futuro’’ che, tradotto, suona proprio come sembra, cioè ‘’Spero, prometto e giuro vogliono sempre l’infinito futuro’’.
Da studentessa era una nozione come un’altra che serviva a prendere la sufficienza nei compiti in classe, ma, crescendo, ha assunto un’accezione diversa.
Ah. Una cosa buffa. L’infinito futuro in italiano non esiste più eppure concettualmente ha una sua importanza. Ha importanza perché dà l’idea di cosa significano davvero questi 3 verbi: sperare, promettere e giurare.
Lasciamo stare quando lo facciamo con gli altri, ma quando lo facciamo con noi stessi.
Pensandoci bene, quando noi vogliamo davvero diventare qualcosa di diverso da quello che siamo, quando DESIDERIAMO ARDENTEMENTE qualcosa prima speriamo (e molti si fermano lì e non vanno avanti) e poi promettiamo e giuriamo a noi stessi che raggiungeremo l’obiettivo.
Il meccanismo è che nel presente io spero, promitto e iuro per ottenere un risultato nel futuro.
La differenza fondamentale tra le persone, quella che permette poi di raggiungere i risultati, è che molti si fermano allo Spero. Vedono il loro futuro possibile metaforicamente seduti e lì rimangono. Invocano la Fortuna, l’Universo, le leggi della fisica, gli Angeli, ma non vanno al passo successivo. Ed è per questo che molti iniziali fan della legge dell’Attrazione rimangono poi delusi.
Non PromettonoGiurano a loro stessi che ce la faranno e quindi non fanno nemmeno i passi elementari o al massimo uno o due poi … il nulla. Si demoralizzano e si paralizzano.
E allora cominciano ad incolpare la Sfortuna e quant’altro.
Quindi, come si fa a sperare lo sappiamo tutti, ma come possiamo promettere e giurare a noi stessi che ci impegneremo al massimo per raggiungere il nostro obiettivo?
In 4 passi semplici e lineari:
  1. Riuscendo a capire cosa desideriamo davvero;
  2. Identificando il nostro obiettivo con tutte le sfumature;
  3. Immaginando e trattenendo le emozioni che proveremo quando lo avremo raggiunto (un’arma umana potentissima);
  4. Stilando un ‘’piano di azione’’ divisibile in piccole tappe che ci permettano di sapere in tempi brevi che stiamo procedendo nella giusta direzione, tenendo sempre a mente l’obiettivo finale.
Con queste 4 mosse possiamo pensare più realisticamente che le eventuali difficoltà non ci fermeranno.
Quindi, ricorda, SPERO, PROMITTO E IURO VOGLIONO SEMPRE L’INFINITO FUTURO.

Myriam
Se vuoi saperne di più… contattami!

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giovedì 14 febbraio 2013

Il Veleno Emozionale ed il suo Antidoto



Uh. Rabbia, paura, tristezza, invidia sono tutte emozioni che moltissime persone provano quasi quotidianamente.
A te succede?

Recentemente ho letto 2  parole che mi hanno colpito ‘’VELENO EMOZIONALE’’.
Che roba. Ci riempiamo di veleno e nemmeno lo sappiamo. Se ci penso mi vengono i brividi.

Sai cosa succede? O può succedere. Non so. Vedi tu come è la tua vita ora.

Sei al lavoro. Qualcuno ti tratta male. Tu cominci a sentire la rabbia che sale e ti riempi di veleno emozionale. Non potendo sfogare il veleno aumenta e quando torni a casa è ai massimi livelli. Quindi trovi la prima occasione per sfogarlo su qualcuno. A quel qualcuno sale il veleno emozionale suo, ma in più ha il tuo e così via. E il mondo si riempie di veleno invece che di Amore, che è il nostro bisogno primario.
Magari adesso ti sembra esagerato, ma è lo stesso meccanismo per cui nascono le guerre.

Come per tutti i veleni che si rispettino, però, anche per questo esiste un ANTIDOTO. Per fortuna!

Per raccontarti quale sia devo fare una piccola digressione e, ancor prima, una domanda: la realtà che vivi è la realtà oggettiva o una tua proiezione che si basa sull’esperienza?
Se ci pensi bene è la tua esperienza, il come tu hai vissuto determinate esperienze, le connessioni neuronali che hai creato. Lo stesso avvenimento può avere 2 effetti completamente diversi su 2 persone diverse.
Per usare una metafora, la stessa martellata provoca effetti diversi sul granito o sull’acciaio. Di per sé non è la martellata che genera l’entità del danno, ma la resistenza della superficie.
Abbiamo imparato a reagire in un certo modo a certi stimoli. E proprio perché lo abbiamo imparato possiamo anche cambiarlo in maniera più utile e funzionale per la nostra serenità (e più avanti potremo anche usare, senza paura, la parola FELICITA’).
Bene, eccoci all’antidoto. Non è mio, purtroppo, ma proviene dal libro ‘’I quattro accordi’’ di Don Miguel Ruiz. Lo consiglio a tutti.
Si basa sul fatto che fin da piccoli prendiamo degli ‘’accordi’’ con la società e con noi stessi su come vada il mondo o, meglio, su come debba essere la nostra interpretazione.
Questi accordi ci condizionano a tal punto che non ce ne rendiamo conto e ci arrabbiamo o pensiamo di essere felici sulla base di quanto abbiamo appreso nel corso del tempo.

Per essere sereni ed uscire dal proprio ‘’Inferno personale’’ (ogni malessere lo è) è necessario stipulare 4 nuovi accordi con se stessi:

Il primo Accordo: Sii impeccabile con la parola.
Le parole sono armi, non puoi davvero sapere che effetto avranno. Cerca di non offendere nessuno, di non parlare male di nessuno, soprattutto in sua assenza. Se hai qualcosa da ridire concentrati su ciò che la persona ‘’fa’’, non su quello che la persona ‘’è’’. Dire ‘’in questa occasione non mi è piaciuto come ti sei comportato’’ è diverso dal dire ‘’sei sempre il solito …’’.

Il secondo accordo: Non prendere nulla in modo personale.
Tutto quello che gli altri dicono dipende dalla loro visione, anche momentanea, del mondo. Se sei sicuro di te, non hai motivo di prendere nulla in maniera personale.

Il terzo accordo: Non supporre nulla.
Ognuno di noi ha il suo mondo personale e supporre e vedere la realtà. Dare per scontato che le nostre supposizioni siano corrette, equivale a giocare a dadi indovinando il risultato.
Molti litigi nascono da errate supposizioni. Molte fratture nascono dando per scontate le intenzioni delle altre persone.
Non supponiamo, ma chiediamo!

Il quarto accordo: Fai sempre del tuo meglio.
Il nostro meglio non è sempre uguale. Ci sono momenti in cui abbiamo più energia, mentre in altri meno.
In ogni caso un meglio è possibile e metterà a tacere il nostro Giudice Interiore. Ci toglierà i rimorsi, i rimpianti ed i sensi di colpa.

Ora, se vuoi, non rimane che esercitarsi e se anche in qualche momento non riuscissi a tenere fede ai tuoi nuovi accordi non disperare! Per tutta la vita hai agito in una determinata maniera e solo un po’ di esercizio potrà rendere il processo più fluido. Poi non potrai più farne a meno. Lo so.

Buoni nuovi Accordi!

E se hai bisogno di saperne di più... sono qui!

Myriam

www.artisticlife.it

mercoledì 13 febbraio 2013

Gli Infelici per scelta

… Tutti vogliono essere felici, ma pochi sentono di esserlo.
… Tutti vogliono essere realizzati, ma pochi sentono di esserlo.
Ogni giorno incontro molte persone e spesso mi raccontano di come, dal loro punto di vista, qualcuno o qualcosa stia minando la loro serenità. Attribuiscono perennemente la loro insoddisfazione interiore a qualcosa di esterno a loro stessi: la crisi, il marito, la moglie, i figli, il capo etc.
Queste persone sono infelici per scelta e sai perché? Perché il focus della loro attenzione non è adeguatamente allineato con  loro stessi, la loro realtà, i loro valori.
Ho una
NOTIZIA BOMBA:
SIAMO SEMPRE LIBERI DI SCEGLIERE! 
Possiamo scegliere cosa vogliamo provare, che stato emozionale avere e quale sarà la nostra reazione agli stimoli esterni. Possiamo scegliere in quale direzione andare e cosa fare della nostra vita.
Buona parte del senso di insoddisfazione deriva dalla responsabilità che diamo agli altri sulle nostre vite, ma gli unici responsabili siamo noi!
Quando pensiamo, per esempio,  ‘‘Mia suocera mi ha fatto proprio arrabbiare!’’ attribuiamo alla suocera una sorta di super potere, cioè di poter modificare il nostro stato d’animo.
Quindi, mentre lei se ne andrà in giro inconsapevole di essere dotato di tale incredibile caratteristica, noi staremo a crogiolarci per ore sul nostro orgoglio ferito, magari rimuginando su cosa sia andato storto o cercando dove andare ad acquistare la kryptonite.
Anche fossero solo pochi attimi sarebbero attimi sprecati.
Il nostro tempo è limitato, è nostro dovere usarlo bene e vivere al meglio.
Lo so cosa stai pensando …  più o meno una cosa del tipo ‘’ ma che colpa ne ho io se…’’. Ecco, nessuna colpa, infatti, ma RESPONSABILITA’, quella si.
Il libero arbitrio esiste. Siamo in grado di decidere e modificare il nostro stato d’animo.
Non è la suocera che ci ha fatto arrabbiare, siamo NOI che ci siamo arrabbiati!
Non è che non abbiamo tempo, è che lo impieghiamo male!
Una volta compreso questo concetto e fatto proprio, ciò che ci circonda non potrà che cambiare a sua volta.
Decidi cosa vuoi essere: felice o infelice? A te la RESPONSABILITA’.